Ero una libreria a Lecce e mi è capitato per le mani il libro di Jane McLelland “Come affamare il cancro”.
Il libro, non si basa sulle teorie del digiuno e non ha niente a che fare con Walter Longo, è invece basato sulla storia di Jane e la sua battaglia contro un tumore ovarico al 4 stadio molto aggressivo e come è riuscita controllarlo negli anni utilizzando farmaci convenzionali come statine, metformina, diripidamolo e aspirina, insieme a basse dosi di chemioterapia, integratori e iniezioni di Vitamina C.
Il libro oltre ad essere referenziato da articoli scientifici è basato e sulla “Teoria Metabolica del Cancro”. In questo breve articolo cercherò di spiegare le basi di questa teoria, che è studiata da anni, il suo potenziale utilizzo nella lotta al tumore al pancreas.
Che cos’è la “Teoria Metabolica del Cancro”?
La teoria metabolica del cancro descrive come il cancro si sviluppa e progredisce. Tradizionalmente, il cancro veniva visto principalmente come una malattia genetica, con mutazioni nel DNA delle cellule che portano a una crescita e divisione incontrollata.
La base della teoria metabolica si basa sul fatto che anche se ci sono mutazioni genetiche diverse, e tipologie di tumori diversi, comunque il risultato finale è sempre una proliferazione cellulare incontrollata. Questa teoria suggerisce che i cambiamenti nel modo in cui le cellule producono e usano l’energia sono le cause alla base della proliferazione incontrollata delle cellule cancerogene.
È importante notare che la teoria metabolica del cancro non si esclude a vicenda con la teoria genetica del cancro anzi sono le due facce della stessa medaglia.
Questo è un campo di ricerca scientifica relativamente nuovo e in evoluzione che propone che il cancro sia principalmente una malattia metabolica. Le alterazioni del metabolismo cellulare sono un motore fondamentale del cancro.
Come una cellula sana “Produce Energia”
Semplificando, un tessuto sano e le sue cellule si rinnovano in maniera controllata, si nutrono di carboidrati, proteine e grassi che utilizzano per produrre energia e i loro meccanismi metabolici si basano principalmente sulla fosforilazione ossidativa, un processo che utilizza l’ossigeno per generare energia sotto forma di adenosina trifosfato (ATP). La fosforilazione ossidativa rappresenta la tappa finale di tutte le reazioni enzimatiche che prevedono la degradazione ossidativa dei carboidrati, degli acidi grassi e degli amminoacidi nelle cellule aerobiche. Tale processo avviene nei mitocondri, dei minuscoli organelli all’interno della cellula, e consente di ossidare l’ossigeno ad acqua.
Questo è un punto fondamentale quando la cellula è sana produce energia nei mitocondri e utilizza ossigeno. Vuol dire che la salute di questi piccoli organelli, di cui il DNA arriva solo dalla mamma, è fondamentale per la salute delle nostre cellule.
Come una cellula tumorale “Produce Energia”
Al contrario, le cellule tumorali utilizzano prevalentemente la glicolisi, un processo meno efficiente che converte il glucosio, che può derivare anche da proteine e grassi, in energia in assenza di ossigeno, noto come glicolisi aerobica o effetto Warburg.
E come se la cellula, per “moltiplicarsi più o meno velocemente” a seconda dell’organo e del tessuto in cui risiede” e per farlo utilizza un processo meno efficiente, che consuma di più ma che è più veloce. Le cellule tumorali presentano un’elevata richiesta di energia e di elementi costitutivi per sostenere la loro rapida crescita e il metabolismo alterato aiuta a soddisfare questi requisiti.
Insomma, la cellula tumorale non è “green”.
Come prendere di mira “tutte le vie metaboliche”, glucosio, aminoacidi e acidi grassi, di cui si nutre la cellula tumorale?
Diversi fattori chiave contribuiscono ai cambiamenti metabolici osservati nelle cellule tumorali.
Questi includono mutazioni nei geni coinvolti nel metabolismo cellulare, come quelli che influenzano gli enzimi nella via glicolitica, la via meno green e più veloce a cui accennavo prima. Inoltre, i cambiamenti nel microambiente tumorale, come i bassi livelli di ossigeno (ipossia) e la disponibilità di nutrienti, e alcuni farmaci che vengono regolarmante prescritti dal medico di base in caso di diabete e alto colesterolo, possono influenzare ulteriormente gli adattamenti metabolici delle cellule tumorali.
La teoria metabolica del cancro suggerisce che prendere di mira le vie metaboliche alterate delle cellule tumorali potrebbe essere un approccio promettente per il trattamento del cancro.
Ogni tumore usa più o meno una via metabolica più di un’altra, in caso di carcinoma le cellule pancreatiche tumorali sembranoutilizzare molto il colesterolo. Per questo motivo viene sempre di più studiato l’utilizzo delle statine, nella prevenzione e durante il trattamento del carcinoma pancreatico.
Insieme alle statine, come menzionato nel libro, vengono utilizzati anche metformina, per alterare la via metabolica dei carboidrati e il diripidamoloper quella delle proteine, insieme a una basse dose di aspirina come anti-infiammatorio.
È importante sottolineare che in tutto questo la dieta ha un’importanza fondamentale perché una dieta ricca di zuccheri e grassi saturi animali potrebbe bypassare l’effetto metabolico di questi farmaci comuni.
L’idea che il cancro sia una malattia metabolica è stata proposta per la prima volta dal candidato al premio Nobel Dr. Otto Heinrich Warburg. Ha presentato la sua teoria all’American Cancer Society negli anni ’60. Ma la sua ricerca è stata ignorata da una comunità scientifica che era tutta in fermento per l’allora nuova terapia genica e chemioterapia.
I sostenitori di oggi includono Thomas Siegfried, ricercatore sul cancro da oltre 25 anni presso la Yale University e il Boston College e autore di “Cancer as a MetabolicDisease“. Inoltre, il dottor Dominic D’Agostino, ricercatore di neuroscienze, farmacologia molecolare e fisiologia presso l’Università della Florida del sud, e i ricercatori della Johns Hopkins University Pete Pedersen e Young Ko.
Questo libro è davvero rivoluzionario perché Jane è molto brava a guidarci attraverso il suo straordinario viaggio alla scoperta della teoria metabolica in modo pratico.
Dott.sa Claudia Gravaghi