La repentina perdita di peso è uno dei sintomi che identifica la possibile comparsa di un tumore al pancreas.
Abbiamo chiesto alla nutrizionista Claudia Gravaghi di darci alcuni consigli su come affrontare questo problema.

 

N.V. Come mai il tumore al pancreas è spesso associato a una perdita di peso improvvisa?

 

Un studio recente riporta che il 70% dei la diagnosi del tumore al pancreas si accompagna a una perdita di peso significativa (5-15 kg). Molto spesso infatti è il vero e proprio campanello di allarme che fare andare dal medico.

Questa perdita di peso viene definita cachessia neoplastica; ovvero uno stato di deperimento sistemico caratterizzata dalla perdita del tessuto adiposo (grasso) e del tessuto muscolare, dalla mancanza di fame (anoressia) e perdita del gusto. Nel caso della patologia pancreatica la situazione può peggiorare per il fatto che il pancreas è coinvolto nei processi digestivi e metabolici, e se compromesso può risultare in un malassorbimento di nutrienti essenziali.

 

Anche se non è del tutto chiaro le cause di questo fenomeno – comune a tutte le neoplasie – ma se sembra siano implicate delle alterazioni metaboliche che possano stimolare rilascio di grassi (trigliceridi) e proteine (aminoacidi) nel circolazione a spese del muscolo e grasso.

 

N.V. Dottoressa ci indica qualche consiglio per combattere questa perdita di peso che spesso mette in ansia il paziente e i famigliari?

 

La stabilizzazione del peso e il recupero della voglia di mangiare può aumentare notevolmente la qualità di vita del paziente, e alcuni studi riportano che può aumentare anche la risposta alla chemioterapia, per questo motivo l’intervento nutrizionale precoce è cruciale ed anche supportato da studi clinici.

 

Tra i vari studi analizzati, la mia attenzione si è focalizzata alla somministrazione degli acidi grassi poli-insaturi omega-3 di cui sono oramai noti a tutti gli effetti benefici sulla nostra salute e si trovano in tanti cibi sulla nostra tavola.

 

Uno studio aveva dimostrato che somministrando per via orale una concentrazione di EPA (acido eicosapentaenoico, omega-3 di pesce) compresa tra i 2-6 g al giorno per almeno 4 settimane, si poteva ridurre la perdita di peso e migliorare la qualità di vita dei pazienti. L’effetto è maggiore se vengono somministrati nella fase iniziale della patologia. Addirittura quando gli omega-3 EPA venivano somministrati in endovena con gemcitabina erano in grado di ridurre gli effetti collaterali della terapia nei pazienti con tumore pancreatico avanzato.

 

N.V. Ma come è meglio assumere questi omega-3 con la dieta o con i supplementi?

 

Io consiglio entrambi perché, soprattutto nella fase iniziale, se il paziente non ha fame ed molto complicato somministrare le quantità giornaliere adeguate di omega-3. Soprattutto è importante ricordare che gli omega-3 sono anche chiamati “essenziali” perché non siamo in grado di sintetizzarli e dobbiamo introdurli con la dieta.

 

Ma partiamo dalla dieta innanzitutto. Prima di farvi il classico elenco dei cibi. Va fatta una premessa molto importante riguardo ai vari tipi di omega-3. Gli omega-3 sono ALA, EPA e DHA ovvero alfa linolenico, eicosapentaenoico e docosaesaenoico.

 

ALA è contenuto soprattutto nei cibi vegetali, semi oleosi (chia, lino, perilla e mirtillo rosso), frutta secca (macadamia e noci) e olio extra-vergine d’oliva, olio di canapa, olio di semi di lino ovviamente consumati a crudo.

E’ importante notare che ALA non è attivo così com’è ma per esserlo deve essere convertito a EPA e DHA che sono contenuti soprattutto nei cibi animali come il pesce azzurro: sardina, sgombro, tonno, salmone, alice, merluzzo, aringa (anche consumati in scatola). L’ideale sarebbe comprare pesce non di allevamento in quanto il metodo d’allevamento (mangime e movimento) influisce sulla concentrazione di omega-3. Alghe nori e kombu sono anche ricche di omega-3 ma sono penalizzate dal processo di disidratazione. Anche la buonissima bottarga, le uova di salmone, i crostacei e l’olio di fegato di merluzzo sono ricchi di omega-3.

 

Per quanto riguarda i supplementi, consiglio di controllare sempre i milligrammi di EPA e DHA per capsula o cucchiaio nel caso si preferisca olio. Cercare sempre quelli che hanno concentrazioni valori elevati. Guardare anche da che tipo di pesce provengono e come sono estratti.

 

N.V. Mi può fare un esempio di come integrare questi cibi nella dieta di tutti i giorni soprattutto i semi?

 

Semi di lino

Meglio frullarli per qualche secondo nel frullatore.

Aggiunti ad acqua tiepida e bevuti a stomaco vuoto sono un ottimo integratore per la stitichezza.

Possono essere aggiunti anche nel pane.

Semi di chia

Ottimi in insalate e cereali al mattino. Danno una consistenza tipo budino se lasciati ammollo per un’ora e aggiunti a latti vegetali.

Ricetta del budino di chia

 

Consiglio anche noci o macadamia come snack aggiunti a mirtilli e lamponi o a verdura cruda.